Il festival di Ilne, nel paese del sorriso
Dal 17 al 30 Ottobre 2020
14 Giorni + 8 Giorni
La guida
Lorena Pajalunga periodicamente conduce viaggi in oriente, un mondo di cui ha ampia conoscenza. Ha maturato negli anni una profonda esperienza nell’ambito dello yoga: diplomata insegnante nel 1989 presso la Bihar School of Yoga di Swami Satyananda a Munger (India) e successivamente presso la Federazione Italiana Yoga, con le sue ricerche ha sviluppato delle forme di insegnamento rivolte ai bambini. Ha fondato l’Associazione Italiana Yoga per bambini, è docente di yoga per bambini presso l’Università della Bicocca di Milano e da circa 25 anni dirige la scuola Le Filosofie del Corpo.
Ha anche pubblicato diversi testi, iniziando nel 2007 con “Gioca Yoga”, e i suoi ultimi scritti sono “Yoga piccolo piccolo al mare” e “Play Yoga, buonanotte amici”. Parla la lingua inglese ed oltre allo yoga, che è la passione della sua vita, ha approfondito diversi interessi culturali tra cui la pittura e la fotografia. A Bodnath, nella valle di Katmandu, è attiva nel sostegno umanitario rivolto ai bambini.
Il festival del lago Inle
Il viaggio si svolge in occasione del festival del lago di Inle, o più precisamente il festival della pagoda di Phaungdaw Oo. E’ una ricorrenza eccezionale per chi è interessato ad incontrare il folclore birmano in una delle sue manifestazioni più belle, nel contesto particolarmente accattivante del lago di Inle dove si trovano villaggi e templi in legno di tek su palafitte e la vita si svolge in simbiosi con l’acqua, con i mercati che si tengono sulle barche e le coltivazioni sviluppate con gli orti galleggianti.
Durante il festival le immagini sacre della pagoda di Phaungdaw Oo, le più venerate della regione dello Shan di cui il lago è parte, vengono trasportate con tutti gli onori con una barca speciale (il Karaweick) in processione da villaggio a villaggio. A contorno delle processioni sull’acqua tutto attorno si crea una situazione gioiosa e di festa, con anche ampi mercatini con miriadi di banchetti che propongono cibi e mercanzie, dove si vedono anche spettacolini di pupazzi e teatrali. Passeggiando si incontra un gran numero delle diverse etnie che sfoggiano i propri costumi migliori, in particolare gruppi di Danu, Inntha, Pa-O, Palaung, Kachin e Taung Yoe, oltre ovviamente agli Shan.
Prosecuzione del viaggio a Ngapali
Avendo tempo a sufficienza, dopo un viaggio così ricco di contenuti una sosta di qualche giorno sulla spiaggia più bella della Birmania è un’ottima opzione! Da Yangon si raggiunge in volo Thandwe e ci si accomoda in un comodo hotel in riva al mare, sulla spiaggia di Ngapali. La durata minima del soggiorno suggerita è di tre notti e su richiesta può essere estesa. Al termine si rientra in volo per Yangon e si prosegue per l’Italia, o si può rimanere per un’esperienza di meditazione presso un centro altamente qualificato.
Meditazione Anapanna e Vipasanna in Birmania
La pratica meditativa è parte integrante della cultura birmana e per molti qui è normale fare ritiri di meditazione, a volte anche molto lunghi, in diversi momenti della vita; a volte nel corso di questi i partecipanti prendono anche i voti monastici, limitatamente alla durata dell’esperienza, per poi tornare alla normale vita quotidiana e di famiglia. Vi sono diversi centri dove i laici sono ammessi; le tecniche insegnate sono rigorose, sperimentate ormai da secoli.
Si usufruisce di istruttori che sono monaci esperti, persone che dedicano la vita a queste pratiche, ma i contenuti non richiedono l’adesione al contesto religioso buddista e sono focalizzati sull’acquisizione di metodi che consentano la consapevolezza ed il controllo dei flussi di pensiero, con lo scopo di portare le persone a familiarizzarsi con metodi che possono poi essere di aiuto nella vita. Alcuni centri sono aperti agli stranieri; tra questi uno dei migliori, che abbiamo scelto per chi è interessato a questa esperienza, è il Chanmyay Yeiktha, che ha una sede a Hmawbi, a circa 45 km da Yangon, ubicata in una zona rurale tranquilla con ampi spazi e giardini che si estendono su 10 ettari; vi sono anche alberi di alto fusto tra cui sono ubicate piattaforme coperte per la pratica solitaria, immerse nella natura in un contesto molto gradevole. Può essere accolto un numero massimo di pochi stranieri, che vengono seguiti da monaci o monache che parlano la lingua inglese.
Vi sono alloggi separati per uomini e donne. Per i principianti l’attività si basa sull’Anapanna, ovvero un approccio che porta a rafforzare la capacità concentrativa e di consapevolezza che pone grande enfasi all’attenzione sul respiro, in modo simile al Vipassana, ma senza estendersi eccessivamente agli aspetti contemplativi tipici di quest’ultinmo. Non vi è una scaletta di orari prefissata perché gli insegnanti determinano cosa fare in funzione dell’esperienza della persona; ma è un impegno molto serio: viene sempre utilizzata l’intera giornata fin dalle prime ore del mattino, si parla pochissimo, ogni attività è svolta con calma e presenza mentale, si consumano due pasti e la sera si beve solo un succo. In sintesi, è un’esperienza molto bella, ma intensa e forte, che necessita di una corrispondente motivazione.
La serietà dell’organizzazione si misura anche dal … costo: si esegue il tutto a fronte di un’offerta libera, non vi è un ‘prezzo’ fissato perché nella tradizione l’insegnamento della meditazione non ha prezzo, in quanto ha un valore che trascende la sfera materiale e non può, ne deve, essere venduto.
Note tecniche
Il viaggio si svolge all’inizio della stagione secca con valori stagionali che indicano temperature tra i 24 e i 32°C; le sistemazioni sono comode e pulite, i trasporti si effettuano con mezzi privati. Il cibo – incluso nel prezzo del viaggio – è molto vario; solitamente si consumano i pranzi nei pittoreschi ristorantini locali e la sera si cena o in hotel o in ristoranti tipici.
Il tragitto in barca tra Phe Koh ed il lago Inle e l’esplorazione di quest’ultimo vengono eseguite con le lance, su cui sono predisposti comodi sedili; non vi sono onde o correnti, la navigazione è tranquilla, va solo tenuto presente che le barche sono strette e quindi a bordo non ci si deve spostare inavvedutamente.