Questo asana ci trasporta nell’attitudine di una creatura dalla simbologia potente e sfaccettata.
L’immagine del serpente porta con sé la paura della morte (il veleno) e la forza del rinnovamento e della rinascita (la muta della pelle).
Nella pratica di Bhujangasana, o posizione del cobra, sperimentiamo il nostro equilibrio tra queste due potenti energie, dialogando con il sostegno della terra mentre cerchiamo, radicati in essa, la leggerezza della mente, condizione necessaria a spingere in alto il corpo e ad aprire il petto (più della forza delle nostre braccia). È questa relazione dialogica che si instaura tra la coscienza di essere creature terrestri e la vocazione a innalzarci al cielo, che fa in modo che questo asana ci faccia assumere a poco a poco un atteggiamento più nobile e sicuro, aperto e solare.
Nella pratica di Bhujangasana è interessante tenere presente la simbologia che il serpente ha nello Yoga (l’energia Kundalini si svolge e cresce con forma di serpente a partire dalla sua base arrotolata sul primo chakra) e l’importanza che ricopre nella cultura indiana, e che trova le sue radici nel mito di Shesha/Ananta, il serpente dalle mille teste che sostiene Vishnu nel suo sonno sull’oceano infinito. Ananta sostiene il dio e sostiene il mondo. Shesha significa “colui che rimane”, perché continuerà a esistere quando tutto il resto nell’universo sarà annientato. Per lo stesso motivo il suo nome è anche Ananta, che si traduce in “infinito”.
Panoramica privacy
This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.