Vi ho sorpreso con questa immagine, eh? 🙂
Mi è sembrata perfetta per accompagnare la prima di una serie di pillole basate sulla comunicazione empatica, da utilizzare a casa o al lavoro per migliorare la comprensione e lo scambio con le persone che vi sono vicine, ma anche capaci di renderci più sicuri di noi stessi ed efficaci nell’espressione del nostro pensiero. Sarò curiosa di conoscere i risultati dei vostri esperimenti! 🙂 Proviamo?
LE EMOZIONI, ESERCIZIO n. 1
ESPRIMERE IL PROPRIO STATO D’ANIMO ATTRAVERSO LE 5 EMOZIONI PRIMARIE
Alla radice della comunicazione empatica, e del nostro essere umani, sta la capacità di sentire e di esprimere cinque emozioni primarie, alle quali sono riconducibili tutte le altre: Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto, Sorpresa.
Per comprendere meglio il senso del termine “primarie” possiamo dire che emozioni secondarie sono ad esempio la vergogna, il senso di colpa, o l’invidia. Come per i colori vale la regola che queste ultime sono derivate dalle altre, e il frutto della loro combinazione.
Individuare l’emozione primaria scaturita da un comportamento nostro o altrui, o da un episodio nel quale ci troviamo coinvolti, serve a riconoscere i nostri bisogni (i vuoti e i pieni della nostra personalità) e di conseguenza l’origine e l’orientamento delle nostre reazioni.
Esercizio n. 1, quindi: durante questo fine settimana cercate di riconoscere le emozioni che proverete di fronte a questo o a quel fatto, dal più banale al più straordinario, e appuntatele su un quaderno. Dovrete condensare qualsiasi stato d’animo e ragionamento interno in una emozione primaria, mi raccomando, senza altre parole e senza giudizio. Ne verrà fuori un elenco.
Apparentemente si tratta di un compito semplice, ma vi assicuro che vi riserverà delle sorprese. Lunedì passeremo all’esercizio n. 2, e inizieremo a capire come utilizzare questi strumenti a casa o in ufficio. Buon lavoro!
(L’immagine è tratta dal film di animazione Inside Out di Pixar, e rappresenta le 5 emozioni – al posto della sorpresa c’è la paura, ma è l’altra faccia di ciò che ci coglie inaspettatamente…)
